CAVA DE’ TIRRENI. IL PROGRAMMA DEL CANDIDATO SINDACO ENRICO BASTOLLA

Cultura e Turismo, Urbanistica, Politiche sociali, Attività produttive, Ambiente, Sicurezza: sono i sei capitoli del programma “Cava Città Aperta” del candidato sindaco metelliano Enrico Bastolla, sostenuto dalle liste civiche “Liberi di…” e “Cava per Cava”. Competenze, programmazione e sinergie le parole chiave per una “politica” dai due livelli operativi, volti alla gestione dell’ordinario e dello straordinario. Paesaggio, Storia e tradizioni, Patrimonio artistico e Sport le direttrici dell’area “Cultura e Turismo”, che prevede la creazione di un Polo Culturale con il coinvolgimento di tutte le associazioni locali e la realizzazione dei progetti portanti “Cava città della Cultura e del Folklore” e “Cava città della Solidarietà”

Competenze, programmazione e sinergie: sono le parole chiave e le idee portanti di “Cava Città Aperta”, il programma di Enrico Bastolla, candidato sindaco alle elezioni amministrative a Cava de’ Tirreni (Sa), sostenuto dal Movimento civico “Liberi di…” e dalla lista civica “Cava per Cava”.

Le competenze giuste al posto giusto, una programmazione che individua obiettivi precisi e perseguibili, la creazione di sinergie capaci di coinvolgere tutte le componenti della struttura amministrativa e quei cittadini che, uniti in varie forme associative, desiderano proporsi come artefici principali dello sviluppo della propria città.

«Vogliamo realizzare un rapporto organico – afferma il candidato sindaco Enrico Bastolla – tra lo straordinario patrimonio costituito dall’associazionismo cavese ed il governo del territorio. Intendiamo porre il “cittadino attivo” al centro della nostra idea di Città. Vogliamo costruire una grande “casa comune” alla cui gestione concorreranno tutti coloro che davvero amano la propria terra».

Fondamentale in tale prospettiva sarà una “politica” dai due livelli operativi, fortemente legati all’analisi della realtà urbana. Il primo livello rappresentato dalla gestione dell’ordinario (tutela e conservazione delle risorse esistenti, materiali e non) ed il secondo livello consistente nella gestione dello straordinario l’insieme delle proposte e delle ipotesi progettuali necessarie per lo sviluppo ottimale del territorio). Alla base di questo modello organizzativo si pone la profonda conoscenza del territorio, che consentirà di individuare gli interventi prioritari e gli obiettivi “congruenti” – a breve ed a lunga scadenza – strutturanti l’idea di Città.

Seguendo questa idea progettuale, il programma si sviluppa attraverso la trattazione di sei capitoli, ciascuno dei quali approfondisce tematiche fondamentali per una gestione “appropriata” della città: Cultura e Turismo, Urbanistica, Politiche sociali, Attività produttive, Ambiente, Sicurezza.

In apertura il capitolo “Cultura e Turismo”«Volendo fare della cultura un fattore di sviluppo della città – spiega Enrico Bastolla – più che produrla, un’Amministrazione deve saperla “offrire”, in modo che tale offerta possa diventare “formativa” rispetto ai singoli individui fruitori ed al contempo fortemente “caratterizzante” la società in cui viene proposta. Infatti, una destinazione diventa turistica se ha una “personalità” e delle caratteristiche che la posizionano nel mercato. In tale ottica occorre innanzitutto avere la “cultura della cultura”, bisogna cioè essere coscienti del patrimonio culturale del territorio e soprattutto dei nessi che esso ha con la struttura economica ed il sistema politico di una società».

L’area tematica della Cultura è strutturata in quattro grandi direttrici, corrispondenti ad altrettante “linee di prodotti turistici”: Paesaggio – Storia e tradizioni – Patrimonio artistico – Sport. Tutto ciò che costituisce il patrimonio culturale di un territorio può e deve essere occasione di sviluppo e di offerta turistica dello stesso. Diventa fondamentale, quindi, l’individuazione degli obiettivi che vanno a strutturare l’idea di Città e che indirizzano sinergicamente l’opera di governo. Il tutto attraverso un’analisi metodologica tesa ad individuare quelle realtà culturali del territorio che andranno a costituire le eccellenze cavesi da offrire come asset alla domanda del mercato turistico.

Questo screening approfondito si materializza in una “mappatura dei beni culturali e paesaggistici”, propedeutica ad un “piano di valorizzazione dei beni” e ad un “piano di comunicazione e promozione dell’offerta turistica”. Tale processo di pianificazione sarà messo in atto da un “Ufficio di Piano”, che sarà formato da competenze specifiche (urbanisti, esperti di marketing territoriale, economi ed uomini di cultura) e che, autofinanziandosi, si occuperà di Urbanistica e Cultura e della creazione di un Polo Culturale in cui convergeranno tutte le associazioni culturali cavesi, le cui iniziative ed energie saranno indirizzate in due progetti portanti: Cava città della Cultura e del Folklore (dal Medioevo al Barocco) – Cava città della Solidarietà (Mamma Lucia ed il “Premio Donne Coraggio”).

Il Polo Culturale troverà ubicazione negli spazi comprendenti la Mediateca e l’ex Monastero di San Giovanni«Si tratta di un grande atto di coraggio e di apertura alla cittadinanza – sottolinea il candidato sindaco Enrico Bastolla – Finalmente le associazioni culturali, che tanto hanno dato a questa città e poco hanno finora ricevuto, avranno un posto dignitoso e un’organizzazione dove poter sviluppare in sinergia le loro attività. Troveranno così nuovo significato e motivo d’essere la creazione di spazi per il teatro, per eventi ed esposizioni, spazi museali interattivi e nuovi laboratori artistico/artigianali».

In questo modo iniziative manifestazioni attualmente organizzate in modo disomogeneo struttureranno i due grandi progetti e costituiranno il volano per la valorizzazione di strutture e contenitori urbani. Sarà fondamentale in tal senso l’azione delle locali associazioni folkloristiche, storicamente legate ai Casali cittadini.

Tutto ciò consentirà lo sviluppo di un’“industria culturale creativa”. Un nuovo modo di offrire il prodotto turistico-culturale, che comprende attività di teatro, musica, artigianato, folklore, enogastronomia e consiste nell’assecondare il turista a vivere esperienze di “immersione” all’interno della “destinazione”, svolgendo attività con la popolazione locale. Un modello, questo, di industria turistica che si adegua perfettamente alla realtà cavese e che si baserà anche su “percorsi paesaggistici”, itinerari turistici attrezzati in modo da essere fruibili da diverse tipologie di visitatori rispetto alle due modalità dell’esperienza passiva visiva e di quella attiva di immersione.

«In definitiva – chiosa Enrico Bastolla – se la struttura progettuale della nostra idea di Città si basa sull’analisi approfondita del territorio, quella ideologica si fonda su un concetto rivisitato di “Città Aperta”. Aperta alle competenze ed alla meritocrazia, alla programmazione ed alle sinergie, ai cittadini “attivi” ed a quelli in difficoltà».