Se fossi stato in Bersani avrei stabilito un programma, con scadenze precise e formato da pochissimi punti volti al rinnovamento profondo dellItalia. Avrei proposto questo programma a tutto il Parlamento e avrei fatto il governo con tutti quelli che lo condividono, senza alcun pregiudizio nei confronti di nessuno. Non avrei fatto le consultazioni come le ha fatte lui: non avrei portato con me il vicesegretario del mio partito, perché non mi sembra corretto sul piano istituzionale; non avrei fatto la trasmissione in streaming che mi è parsa insieme ridicola e poco dignitosa; non avrei accettato certi comportamenti da parte dei 5 Stelle e li avrei sfidati sul piano del rigore, della trasparenza, del rinnovamento, quello vero, non quello a parole; li avrei sfidati a dire cosa significa reddito di cittadinanza (stipendio a tutti gli italiani, ma con i soldi di chi?), cosa significa decrescita.
Poi, con assoluta libertà, avrei tentato di fare il governo con quelli che avessero espresso consento rispetto ai punti di programma. Avrei formato il governo con la metà dei ministri e con un terzo dei sottosegretari, avrei scelto personalità di livello nazionale ed internazionale e avrei rivendicato piena autonomia nelle scelte dei ministri, anche assumendomi la responsabilità di avere esponenti anche di diverso orientamento politico e ideale. Da lì mi sarei giocato le mie carte. Questo sfilacciamento, questo prolungamento non mi piace e non credo che sia percepito in modo positivo dal nostro paese.
E in tutto questo si deve far conto anche con i tanti episodi ed atteggiamenti di imbecillità di cui questa città è particolarmente ricca.
Pensiamo alle discussioni, prima e dopo Pasqua, riguardanti il commercio: altrove i commercianti sono in ginocchio, qui siamo abituati fin troppo bene; ma non manca mai chi fa polemiche al vento. In città cè una parte di commercianti, soprattutto giovani, che ha ormai acquisito la mentalità dellaccoglienza turistica; altri, invece, sembrano non voler abbandonare le vecchie abitudini.
E poi si deve fare i conti con il comitatismo e le associazioni pseudo-ambientaliste con i loro ricorsi e controricorsi: in un quadro drammatico si cerca di inventare qualcosa per acquisire risorse e ogni volta arrivano esposti fondati sul nulla. Basta pensare allasta pubblica di immobili e aree di proprietà comunale. Sullunica area che non è interessata dallasta, ovvero Piazza Mazzini, ci è arrivata una diffida di un avvocato: ma cosa si contesta se è unarea che non mettiamo neanche in vendita? È partito un ricorso sul nulla. Questo è incivile ed indegno di una città moderna.
Poi magari arrivano dieci finanzieri che una mattina sequestrano carte che potrebbero tranquillamente essere richieste ed inviate, quando poi magari non si manda un finanziere o un carabiniere a contrastare i delinquenti e a dare sicurezza ai cittadini.
E poi abbiamo le organizzazioni sindacali che fanno finta di non capire quale sia lattuale situazione. In questo momento è in atto una trattativa sindacale in merito allindennità di disagio. Bene, il contratto nazionale prevede 30 euro per lindennità di rischio, che è cosa più grave. Noi qui avevamo lindennità di disagio fino a 250-300 euro al mese; la Corte dei Conti ci ha ovviamente contestato questa indennità, ma nessuno ha capito che ormai non si può più scherzare. Sia chiaro, non si muoverà niente. Anzi, ora faccio mea culpa per aver ceduto negli anni scorsi a richieste cervellotiche dei sindacati.
E, ancora, non mancano le polemiche create dal 90% della stampa, come lultima campagna di opinione sulla vivibilità della nostra città: per me certe persone che parlano della vita culturale a Salerno, prima se ne vanno e meglio è. Si ci chiede quale sia lidea in questa città: bene, lidea è quella di una città turistica, dellaccoglienza, delle eccellenze. Certe persone sembrano far finta di non capire che questa città, nella quale per decenni si è solo parlato di turismo, ora è una delle mete turistiche preferite dItalia. Ci si chiede quale sia la vita culturale: al Teatro Verdi abbiamo stagioni liriche e di prosa di assoluta eccellenza; abbiamo una rete di teatri che fa invidia a città molto maggiori; abbiamo avuto mostre internazionali come quella su Nervi; a ottobre avremo il Congresso Nazionale dellIstituto Nazionale di Urbanistica; a fine giugno, se riusciamo a reperire alti 50mila euro, organizzeremo un festival della letteratura; stiamo promuovendo decine di iniziative turistiche e commerciali. Certo, a New York e a Berlino la vita culturale sarà più ricca, ma in Italia faccio fatica ad immaginare qualcosa di più vivo e attivo. A tutto questo si aggiunge il progetto di fare di Salerno la città più ricca di opere di architettura contemporanea. Tutto questo da soli, senza laiuto né del Governo, né della Regione, né della Provincia.
Unultima annotazione a proposito della stampa. Ho incontrato il Soprintendente Miccio. Mi ha detto che da un anno e mezzo non fa nessuna dichiarazione alla stampa. Quelle che si scrivono sono tutte palle
Ma, come me, evita di perdere tempo con le smentite.