“Quella di oggi è una giornata importantissima perché abbiamo modo di parlare di salute mentale, di puntare l’attenzione su fenomeni quali la depressione, i disturbi alimentari, le fragilità. Il rischio che corriamo è quello di costruire un mondo in cui si riafferma una moderna barbarie, uno stato di natura, una giungla senza regole e senza limiti. Rischiamo di non avere più rispetto per il valore della vita. Rischiamo di vivere in un mondo in cui i valori universali vadano perduti. Questa devastante tendenza alla disumanizzazione va fermata ad ogni costo”. Lo ha dichiarato Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, intervenendo all’iniziativa organizzata dall’Asl di Salerno, dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl, in collaborazione con Giffoni presso la Multimedia Valley in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra oggi.
Il Presidente De Luca ha indirizzato un messaggio di speranza ai tanti giovani presenti in una sala della Multimedia stracolma: “Noi adulti – ha infatti aggiunto – abbiamo il dovere di parlare ai ragazzi, di non rinunciare ad una funzione educativa. Poi a decidere della loro vita dovranno essere loro, ma è necessario che almeno una volta venga proposto un altro punto di vista”. Approfondita l’analisi portata avanti dal Governatore della Campania: “Viviamo – ha spiegato – in una società in cui la patologia mentale non rappresenta un elemento di preoccupazione sociale. Eppure affrontare queste fragilità significa parlare del tipo di società che si intende costruire e dire con chiarezza su quali valori la si vuole fondare. Ci sono forze politiche e tendenze culturali che spingono a considerare la società solo dal punto di vista della selezione naturale. Noi siamo, al contrario, per affermare una società che si basa su valori umani permanenti. Ed a questa indicazione leghiamo anche qualche grande scelta politica”. Tra le scelte politiche a cui De Luca fa riferimento, l’istituzione del servizio di psicologia di base fortemente voluto dalla Regione Campania, tra le apripista a livello nazionale.
“Dobbiamo avere una sanità pubblica – ha aggiunto – che si faccia carico di questi problemi perché anche l’organizzazione sanitaria è legata al tipo di società che si intende costruire. Ecco perché difendiamo la sanità pubblica e il diritto universale alla salute. Dobbiamo batterci per affermare che nel nostro Paese il ruolo della sanità pubblica rappresenti il discrimine tra la società ispirata all’umanità ed una che si fonda sulla selezione naturale, sulla competizione, sul darwinismo sociale”.
L’analisi della società attuale è molto dura e De Luca fa riferimento al ricorso sempre più massiccio agli psicofarmaci, all’abuso di alcol e di droghe: “Siamo – ha continuato – di fronte ad un’intera generazione che rischia di andare in distruzione. Il modello vincente sembra essere quello della concorrenza a tutti i costi per essere primi. Andare avanti nella vita è importante ma non può essere un’ossessione. Questo spingere verso forme virtuali di esistenza, questo tendere verso i modelli televisivi, che non sono la vita normale, significa ignorare quelle che sono le forme in cui l’esistenza nella quotidianità si presenta, nelle vostre case, nei quartieri. Ad un certo punto impatterete con la vita reale e questo genererà ansia, frustrazione”.
In chiusura l’accorato appello ai ragazzi presenti in sala: “Siete obbligati quasi alla competizione – ha detto – anche nei vostri gruppi. Guardatevi dalle logiche del branco, cercate la forza e l’ironia per essere autonomi. Siate sobri, coltivate la bellezza. Noi viviamo in una società in cui alcuni principi di fondo sono saltati, in primis quello di autorità. L’uguaglianza è un valore irrinunciabile ma nel contesto della società non siamo tutti uguali, c’è chi conta di più nel senso che ha più responsabilità. La libertà non è un valore privo di limiti. La libertà senza limiti significa tornare allo stato di natura”.
“È saltato, poi – ha così concluso – il rapporto intergenerazionale, non c’è più dialogo. C’è una rottura generazionale alimentata anche dalle nuove tecnologie. Il mondo digitale ha determinato una frattura che sembra insanabile. Su questo dobbiamo intervenire, anche sul linguaggio che si è sempre più banalizzato”.