Il consigliere regionale Gianfranco Valiante ha scritto all’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, per chiedere di “riconsiderare il provvedimento che stabilisce la chiusura di 46 uffici postali in provincia di Salerno”.
Valiante ha anche sollecitato il Prefetto Gerarda Maria Pantalone a convocare un incontro urgente sul tema, alla presenza dei vertici centrali di Poste Italiane, dei sindaci e dell’intera rappresentanza istituzionale salernitana.
“Apprendiamo che il Piano di riorganizzazione prevede per la sola provincia di Salerno la chiusura di 46 uffici postali – si legge nella missiva inviata a Sarmi – siti per lo più in territori decentrati o già fortemente penalizzati per la loro posizione e dalla carenza di un valido sistema di mobilità.
Gli uffici postali, nei piccoli centri, sono un elemento essenziale e fondamentale per la vita sociale delle comunità e svolgono una funzione rilevante soprattutto a servizio delle fasce più deboli della popolazione. Sarebbe assai problematico – continua la nota del consigliere regionale Gianfranco Valiante – che migliaia di pensionati, abitanti in paesi isolati, debbano recarsi con mezzo proprio a decine di chilometri di distanza per riscuotere le sudate e magre pensioni.
Di queste emergenze si è discusso alcuni giorni fa in un Consiglio Intercomunale che si è tenuto a Gioi Cilento. In quella sede – spiega Valiante – abbiamo registrato le forti e vibranti proteste dei sindaci e degli amministratori locali che lamentano un depotenziamento di servizi storicamente garantiti in un territorio già fortemente mortificato. Gli amministratori hanno peraltro rilevato che alcun risparmio sostanziale si verificherebbe, per effetto delle temute chiusure, per Poste Italiane, in quanto gran parte dei locali ospitanti i servizi sono di proprietà dei Comuni o a loro carico, unitamente alle spese di utenza.
Non sembra inutile rimarcare, inoltre – continua la lettera – evidentissime ingiustizie ai danni di alcune comunità municipali che verrebbero private (vedi Omignano) dell’unico sportello postale, o di sportelli in frazioni – prive di trasporto pubblico locale – a molti chilometri dall’ufficio più vicino (vedi Mandia di Ascea, Catona di Ascea, Fonte di Roccadaspide, San Severino di Centola, Lentiscosa, Licusati, Tufariello, Castelnuovo Vallo Stazione, Villa Littorio, Cardile, Acquavella ed altri). L’esigenza di riduzione – conclude Valiante – riteniamo debba rifuggire da tagli lineari e calcoli ragionieristici e deve tener conto anche della specificità di un territorio”. Di qui la richiesta di revisione del provvedimento e l’auspicato dietrofront di Poste Italiane.