
Nel luglio 2019 abbiamo vinto una selezione pubblica, molto più severa di quelle oggi realizzate per il reclutamento del personale necessario all’attuazione del PNRR – nonché di alcune procedure concorsuali espletate di recente per assunzioni a tempo indeterminato.
Dopo due anni e mezzo, a ridosso dell’ennesima scadenza di contratto prevista per il prossimo 30 aprile,
constatiamo con rabbia ed amarezza che a nulla sono servite le innumerevoli battaglie combattute sul campo attraverso manifestazioni e media.
Altrettanto vane si sono dimostrate le numerose interlocuzioni avutesi nel corso del tempo con diversi esponenti politici dell’intero arco parlamentare , dai quali sono pervenute parole di apprezzamento e sostegno alla nostra “causa” e che hanno in più occasioni sottolineato pubblicamente l’importanza e la necessità di valorizzare le nostre competenze e di impiegarci stabilmente nell’ambito delle Politiche Attive del Lavoro , così come affermato – e promesso – dall’allora Ministro del Lavoro, in occasione della presentazione della nostra innovativa figura professionale (“Noi li stabilizzeremo” ipse dixit) Riteniamo che la principale responsabilità di questa paradossale
vicenda, tipicamente – e tristemente – italiana, sia del Ministero del Lavoro, nelle persone dei 3 Ministri che si sono susseguiti dall’ormai lontano settembre 2019 e, in particolare, dell’attuale Ministro del Lavoro, onorevole Andrea Orlando, che – al pari dei suoi predecessori – ha ignorato la questione, salvo un improponibile rinvio alle Regioni, da sempre riluttanti ad accoglierci, né tenute a farlo, che ha di fatto reso più vulnerabile la nostra posizione.